Tra le erbe che aiutano a dormire ci sono valeriana, escolzia, lavanda, passiflora, luppolo, melissa e non solo.
Si tratta di rimedi naturali e alternativi che possono essere usati anche in combinazione, quando non si riesce ad addormentarsi sempre allo stesso orario.
Sono soluzioni temporanee e non personalizzate, quindi non sempre adatte a tutti.
Cerchiamo, quindi, di saperne di più su alcune delle principali erbe usate per favorire il sonno e relative controindicazioni.
Elenco dei Contenuti
- Insonnia: dorme male 1 italiano su 7
- Erbe che aiutano a dormire: quali sono
- Lavanda
- Melissa
- Escolzia
- Valeriana
- Erba gatta
- Passiflora
- Scutellaria
- Erbe per dormire, attenzione alle interferenze coi farmaci
Insonnia: dorme male 1 italiano su 7
Se un italiano su 7 dorme male, come afferma l’ISS (istituto superiore si sanità), l’insonnia è la “piaga della nostra generazione” (The Vision), con il 45% degli italiani che soffrono d’insonnia transitoria e 9 milioni di quella cronica.
I motivi scatenanti di questa vera e propria “epidemia” vanno da uno stile di vita scorretto, allo stress, all’invecchiamento, all’uso di determinati farmaci.
Ad esempio, non coricarsi mai alla stessa ora, dormire troppo di giorno, mangiare cibi pesanti prima di andare a dormire, fare poca attività fisica e l’uso di apparecchi elettronici mentre si è a letto, tutto questo può indurre stati d’insonnia.
Alcuni rimedi naturali, come ad esempio erbe specifiche, possono aiutare il rilassamento e l’addormentamento quando si ha difficoltà ad addormentarsi.
In casi più gravi, associati all’insonnia, legati a depressione, ansia e stress o altre patologie (apnea notturna, cefalea, ipertiroidismo, intolleranze alimentari, ecc.) è bene rivolgersi al proprio medico curante.
Erbe che aiutano a dormire: quali sono
L’insonnia è l’incapacità di dormire all’ora prevista.
I sonniferi e i medicinali per il raffreddore che causano sonnolenza possono fornire un sollievo temporaneo, ma potrebbero non essere appropriati per tutti e causare effetti collaterali.
Si possono scegliere erbe per dormire, che contengono spesso principi attivi presenti anche in alcuni farmaci, anche se ogni tipo di rimedio ha comunque le sue controindicazioni da valutare caso per caso.
Lavanda
La lavanda (lavandula officinalis) è una pianta erbacea e arbusto perenne che appartiene alla famiglia delle Lamiaceae, la stessa della menta.
È originaria del bacino del Mediterraneo, con le sue 25 specie.
Il suo odore è piuttosto gradevole e diversi studi hanno dimostrato che l’olio di lavanda, in aromaterapia, può ridurre l’agitazione (anche in persone affette da demenza).
Inoltre, un altro studio osservazionale ha mostrato come la lavanda abbia aiutato persone che soffrivano d’insonnia, differenza riscontrata tra l’uso dell’olio di lavanda e quello di mandorla.
Gli effetti sedativi e rilassanti della lavanda sono noti da tempi remoti.
Dal latino “lavare”, la lavanda era usata sin dall’antichità anche per detergere e profumare il corpo.
Tra i suoi effetti benefici, oltre all’azione sedativa e calmante, c’è quello di alleviare mal di testa e insonnia, grazie alle proprietà che agiscono sulla neurotrasmissione della serotonina (l’”ormone del buonumore”) al sistema nervoso centrale.
Nella tradizione popolare, si consiglia di tenere in camera una piantina di lavanda per dormire meglio.
Melissa
La melissa Officinalis è una pianta erbacea perenne dalle piccole dimensioni e che profuma di limone.
Proviene dal Sud Europa e dall’Asia (famiglia delle Lamiaceae).
Le sue principali funzioni sono sedative e antispastiche, agendo sulle sindromi ansiose e depressive e sui disturbi del sonno.
Spesso cresce spontanea nei giardini e i suoi effetti calmanti, riposanti e per la cura dei disturbi del sonno sono conosciuti da molto tempo nella medicina popolare.
Tuttavia, non ci sono prove sufficienti dell’efficacia della melissa da sola contro l’insonnia, mentre agirebbe meglio in combinazione con la valeriana.
L’effetto della melissa funziona come calmante a piccole dosi; sembra un rimedio sicuro, ma se assunta assieme a farmaci sedativi, potrebbe causare una sedazione eccessiva.
È sconsigliata, inoltre, in soggetti che soffrono d’ipotiroidismo, poiché inibisce in parte l’attività della tiroide; sconsigliata anche in gravidanza, allattamento e in chi è a rischio glaucoma.
Escolzia
L’escolzia o papavero della California (Eschscholzia Californica) è una pianta erbacea della famiglia delle Papaveraceae dal fiore arancione. è originaria del Messico e della California.
Contiene alcaloidi che agiscono sul sistema nervoso centrale, con proprietà sedative e ipnoinducenti.
In più, è usata per indurre stati di sonnolenza, in casi di ansia e depressione e nella medicina omeopatica è spesso inserita in terapie finalizzate all’addormentamento anche nei bambini da sei anni in poi.
L’uso è sconsigliato in caso di assunzione di barbiturici, antidepressivi, in gravidanza e allattamento.
Valeriana
La valeriana (Valeriana Officinalis, fam Valerianacee) è usata da secoli per le sue proprietà calmanti e coadiuvanti del sonno.
È stata inserita nella “Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana e le Droghe Vegetali”, come lavanda, melissa, camomilla e luppolo.
Diffusa in Europa e Asia, ha proprietà calmanti ed è usata come blando sedativo in caso d’insonnia.
Il suo estratto è ricavato dalle radici essiccate, usato per favorire il rilassamento e indurre il sonno.
Tra i suoi effetti principali c’è quello di migliorare la qualità del sonno e funziona meglio, come dimostrato da diversi studi, a piccole dosi e in associazione ad altre erbe, come la melissa o alla melatonina, che è invece un ormone naturale presente in alcuni cibi e integratori.
Gli acidi presenti nella valeriana riescono a inibire l’attività del GABA (acido gamma-aminobutirrico), mediatore chimico alla base dell’eccitabilità neuronale.
Tra i suoi effetti collaterali ci sono: emicrania, insonnia, bradicardia – diminuzione della frequenza cardiaca – abbassamento della pressione, eccitabilità e ne è sconsigliato l’uso in caso di gravidanza, allattamento e in associazione a barbiturici.
Erba gatta
L’erba gatta o “Nepeta cataria” è una pianta erbacea perenne, chiamata anche menta di gatto. Anch’essa, come Melissa e Lavanda appartiene alle Lamiaceae.
Il suo nome deriva dal fatto che è molto amata dai felini, ma non tutte le “erbe gatte” che si vendono nei negozi d’animali sono la Nepeta cataria; si tratta spesso di erbe che aiutano la digestione del gatto, mentre solo la Nepeta Cataria ha effetti specifici.
Il nepelattone, composto volatile (e metabolita secondario della pianta) in essa contenuto, agisce sul sistema oppioide di vari felini; erbe simili, venute dal Giappone e dalla Cina, come il Matobi e la Vite d’argento, producono effetti simili.
I benefici riscontrati sull’essere umano sono perlopiù calmanti, anche se non accreditati dalla medicina moderna; aiutano a produrre sonnolenza, anche se ne è vivamente consigliato l’uso a piccole dosi.
Infatti, se assunto in dosi elevate può essere pericolosa, ad esempio in gravidanza può causare contrazioni uterine.
Luppolo
Il luppolo (Humulus lupulus), della famiglia delle Cannabacee, è una pianta usata non solo per aromatizzare la birra ma anche per combattere stati d’ansia e insonnia.
È, infatti, una pianta perenne dall’azione sedativa, il suo uso è quindi sconsigliato nel caso di assunzione di farmaci antidepressivi e sedativi.
In particolare sono i fiori ad essere usati per curare l’insonnia lieve, da cui il detto: “Dormire su cuscini pieni di fiori di luppolo favorisce il sonno”.
Generalmente, come nel caso della valeriana, anche il luppolo è assunto assieme ad altre erbe, in piccole dosi, in modo da risultare sicuro; non sono noti gli effetti relativi ad alti dosaggi, ma segnalazioni di eruzioni cutanee nel maneggiare la pianta.
In più, per le sue proprietà simili agli estrogeni, il luppolo andrebbe evitato per le donne che hanno avuto o sono a rischio di cancro al seno.
Kava
Kava o Kava Kava (Famiglia delle Piperaceae) è il nome delle radici e rizoma di una pianta diffusa nel Pacifico Meridionale (Piper methysticum).
Forti evidenze scientifiche (msdmanuals.com/kava) hanno posto l’accento sulle sue proprietà come ansiolitico e ipnoinducente.
La dose dipende dalla quantità di principi attivi, kavalattoni, che, nell’uso standardizzato, non dovrebbero superare il 30%.
Ne è sconsigliato vivamente l’uso in caso di assunzione di altri ansiolitici, barbiturici e benzodiazepine e se si ha il per il morbo di Parkinson.
Inoltre, in alcuni studi, sono state riscontrate alterazioni neurologiche e stati di epatossicità, soprattutto legati ai metodi di preparazione.
Passiflora
Passiflora o Passiflora Incarnata (Fam. Passifloraceae) è una pianta rampicante americana usata come blando sedativo da tempo.
Come dimostrato da diversi studi sui topi, i suoi effetti sono stati calmanti e hanno favorito un lungo sonno.
Sugli esseri umani ha contribuito a ridurre l’ansia e nervosismo, anche se non ci sono prove sufficienti della sua efficacia per il trattamento dell’insonnia.
Il suo uso sembra sicuro, ma andrebbe evitata in caso di assunzione di altri farmaci, come i sedativi, in gravidanza e allattamento
Scutellaria
Stessa famiglia della menta (Lamiaceae), la Scutellaria è un’erba dai fiori viola, simili alla lavanda.
È usata in fitoterapia grazie agli effetti sedativi naturali e inducenti il sonno; svolge anche un’azione antinfiammatoria, paragonabile a quella dei FANS ma senza effetti collaterali sullo stomaco.
I suoi principi attivi sono soprattutto nelle radici.
Oggi non ci sono evidenze scientifiche riguardo all’efficacia dei dosaggi di questa pianta. Vi sono poi discussioni sulla sua potenziale tossicità epatica.
Sconsigliata in gravidanza, allattamento e in concomitanza ad altri farmaci sedativi.
Erbe per dormire, attenzione alle interferenze coi farmaci
In linea di massima, come ci ricorda anche l’Accademia americana di medicina del sonno, quando si assume un integratore, per quanto naturale e di buona qualità, occorre fare attenzione alle interferenze con farmaci (sedativi, barbiturici, antidepressivi, ecc.) e per questo motivo è sempre consigliabile discuterne prima con il proprio medico curante.
Soprattutto quando si verificano casi d’insonnia grave, si può essere in presenza di altri problemi di salute che occorre, in prima istanza, far diagnosticare e curare.
Risorse
Accademia americana di medicina del sonno
https://www.winchesterhospital.org/health-library/article?id=21249
Biological and pharmaceutical properties of essential oils of Rosmarinus officinalis L. and Lavandula officinalis L
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2214785321025803
Insonnia
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0002934306002750
Melissa officinalis
https://www.tuttogreen.it/come-coltivare-la-lavanda-in-vaso-giardino-balcone/
https://oggiscienza.it/2021/07/09/erba-gatta-a-cosa-serve/index.html
Luppolo
Passiflora
Valeriana
Insomnia: A Study on Sleeping Disorder with the Reference of Ayurvedic Herbs
https://koreascience.kr/article/JAKO201123163433661.page
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5611612/